Spallanzani, il suo grande ruolo dagli inizi della pandemia COVID-19 ad oggi

Il ruolo dell’INMI “Lazzaro Spallanzani” è stato centrale nella politica complessiva di risposta italiana alla pandemia, a livello sia regionale che nazionale.

IL CORONAVIRUS IN ITALIA: L’INIZIO

È allo Spallanzani che furono ricoverati, il 29 gennaio 2020, i primi pazienti di Covid-19 in Italia, due turisti di Wuhan in visita a Roma, ma il laboratorio di virologia era pronto già da alcune settimane, avendo acquisito le sequenze del virus depositate all’inizio di gennaio dagli scienziati cinesi, grazie alle quali erano stati approntati, in assenza di soluzioni commerciali disponibili, i primi test diagnostici. Grazie a questa capacità, maturata sul campo nel corso degli anni con patogeni emergenti come Ebola, Zika e Chikungunya fu possibile diagnosticare in poche ore la positività dei due turisti cinesi, e poche ore dopo isolare il virus, primo fondamentale passo per affinare la ricerca su test diagnostici, vaccini e presidi terapeutici contro questa malattia.

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LO STATO DI EMERGENZA

Da allora il lavoro dell’Istituto non si è mai fermato, sviluppandosi su tutti i fronti: sul fronte epidemiologico, con gli specialisti del SERESMI che coordinano l’attività di tracciamento e testing di tutta la regione Lazio; sul fronte della ricerca clinica e di laboratorio, con le numerose sperimentazioni, tra le quali ricordiamo quella sul vaccino GRAD-CoV-2 condotto insieme a Reithera e sugli anticorpi monoclonali in collaborazione con Toscana Life Sciences; e con il costante supporto fornito ai decisori politici: il direttore scientifico dello Spallanzani era al fianco del presidente del Consiglio quando, alla fine di gennaio 2020, fu dichiarato lo Stato di Emergenza nazionale, ed è tuttora componente del Comitato Tecnico Scientifico attivato presso la Protezione Civile per la gestione dell’emergenza Covid-19.

NUOVE TECNICHE NEI PROSSIMI ANNI

Queste attività hanno avuto grande risonanza mediatica; meno pubblicizzati, ma non per questo meno importanti, altri filoni di ricerca collegati al SARS-CoV-2 che puntano a sviluppare nuove tecniche e metodologie di ricerca che potranno modificare nei prossimi anni l’approccio alla ricerca clinica ed aprire la strada allo sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche per le malattie infettive.

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CONTRO LE FAKE NEWS E L’INFODEMIA

Nel corso dell’emergenza Covid-19 l’Istituto Spallanzani ha sviluppato una intensa attività di comunicazione, un aspetto fondamentale e troppo spesso trascurato nella gestione della pandemia. Le malattie infettive trasmissibili infatti, oltre all’aspetto propriamente clinico (sintomi, cure, etc.) hanno un rilevante aspetto sociale legato appunto alla possibilità che una persona infetta trasmetta il patogeno ad un’altra, attraverso contatti sociali di varia natura. Per contenere questo rischio è necessaria l’adesione a determinati comportamenti, che nel caso del SARS-CoV-2 sono l’igiene delle mani, il distanziamento e l’uso delle mascherine, che sono tanto più efficaci quanto più vengono adottati con convinzione. Una comunicazione chiara, semplice ed autorevole permette di contrastare le fake news così abbondantemente diffuse sui social network e in generale aiuta a contrastare l’infodemia, quella vera e propria “epidemia di informazioni” che impedisce di sistematizzare e di dare un filo logico alla sovrabbondanza di dati che si accumulano sulla pandemia, spesso incoerenti e slegati tra loro.

260 BOLLETTINI PER GIORNALISTI E CITTADINI

La direzione scientifica disponeva già da prima dell’inizio della pandemia di una struttura di comunicazione scientifica, che sin dal mese di gennaio ha avviato la pubblicazione di un bollettino su “quello che c’è da sapere” sul coronavirus: una pubblicazione che, in maniera semplice e con il formato delle FAQ (risposta a domande frequenti) cerca di fornire tutte le informazioni più rilevanti sul virus e sull’andamento dell’epidemia. Dalla prima edizione del 21 gennaio 2020 a tutto il mese di giugno 2021 sono state già pubblicate 260 edizioni del bollettino, inviate via mail a giornalisti, medici, professionisti della sanità, semplici cittadini che ne fanno richiesta, oltre ad essere disponibili sul sito internet dell’INMI. Dalle due pagine della prima edizione si è passati a circa 80, con decine di grafici e tabelle e centinaia di note che permettono a chi lo desidera di approfondire i temi di interesse alla luce delle più recenti evidenze disponibili.

Obiettivo dell’attività di comunicazione della direzione scientifica è duplice: da un lato fornire un supporto scientifico all’attività dei giornalisti, molti dei quali durante la pandemia sono stati chiamati ad occuparsi di tematiche che conoscevano poco; dall’altro creare un canale di comunicazione diretto tra l’INMI e i cittadini, autorevole ed alternativo rispetto alle fonti spesso dubbie e poco credibili che proliferano in situazioni di incertezza come quella della pandemia.

NOTTE EUROPEA DEI RICERCATORI E DELLE RICERCATRICI

L’INMI “Lazzaro Spallanzani” – così attivo nella divulgazione – non poteva non essere al fianco, in qualità di partner, dell’associazione Frascati Scienza per la Notte Europea dei ricercatori e delle ricercatrici 2021. E’ un partner storico, che da anni coinvolge i cittadini rendendoli “ricercatori per un giorno” mostrando loro il grande lavoro della ricerca sanitaria che sta dietro alla nostra vita di tutti i giorni.

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