Istituto Centrale per il Restauro

L’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) è un organo tecnico del Ministero della Cultura e svolge funzioni in materia di ricerca scientifica, progettazione, sperimentazione e verifica finalizzate agli interventi di tutela, conservazione e restauro del patrimonio culturale, definendo norme tecniche e metodologiche per la progettazione ed esecuzione degli interventi.

L’Istituto è stato fondato nel 1939 su suggerimento di Giulio Carlo Argan e diretto, dai suoi inizi fino al 1959, da Cesare Brandi, per rispondere all’esigenza di impostare l’attività di restauro su basi scientifiche e di unificare le metodologie di intervento sulle opere d’arte e i reperti archeologici. Al suo interno convivono storici dell’arte, architetti, archeologi, fisici ed esperti nei controlli ambientali, chimici, biologi, restauratori delle diverse tipologie di materiali costitutivi dei manufatti di interesse storico e culturale.

Sin dalle origini, venne prevista l’istituzione di una Scuola per formare una nuova figura di restauratore professionista, che avrebbe dovuto affrancarsi dalla pratica empirica e acquisire le capacità tecniche atte a condurre un intervento interdisciplinare, fondato sull’apporto congiunto di storici d’arte ed esperti scientifici. 

Gli allievi dell’ICR sono sempre stati coinvolti in tutti i progetti di recupero del patrimonio ai quali l’Istituto viene chiamato, in tempo di pace e nell’emergenza, in Italia e all’estero. Negli archivi ICR troviamo descritta la partecipazione degli studenti, ad esempio nel recupero degli affreschi della Cappella Ovetari dopo il bombardamento della chiesa degli Eremitani a Padova, nel restauro degli affreschi della Basilica di San Francesco ad Assisi negli anni ’70 e dopo il terremoto del ’97, nel restauro dei Bronzi di Riace o del monumento equestre di Marco Aurelio.

Tra il 1997 e il 2011 si sono verificate importanti modifiche nelle norme che regolano la formazione del restauratore, fino all’attuale definizione dello specifico Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali: si tratta di un corso quinquennale a ciclo unico identificato, nell’ordinamento universitario italiano, con il codice LMR/02. Il titolo di studio vale sin da subito quale abilitazione all’esercizio della professione.

Dal novembre 2015, oltre alla sede di Roma, è attiva anche quella di Matera, che ha visto da pochi mesi i primi laureati. Sono stati sedici i giovani delle due sedi che hanno presentato delle interessanti tesi, nelle quali viene dato risalto anche al tema della sostenibilità ambientale


Tra gli obiettivi prioritari dell’Istituto vi è quello di avviare accordi con Enti e Istituzioni per sviluppare una sensibilità e una coscienza collettiva della conservazione, in grado di incidere profondamente nel panorama culturale, nella società civile e nel mondo politico. Pertanto anche quest’anno l’ICR mantiene la sua partnership con Frascati Scienza e parteciperà alla Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici.

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