LUMSA compie 80 anni: tradizione e big data

di Gabriele Vallarino

“Al centro di tutto c’è l’attenzione alla persona”, riassume così, in una frase, la filosofia dell’Università LUMSA, il Prorettore alla ricerca e all’internazionalizzazione, Gennaro Iasevoli.

“È la nostra storia, la nostra ispirazione che permea tutti i 19 corsi di laurea” spiega il professore. L’attenzione all’umano è anche dove non te lo aspetti: “Esattamente, essa influenza tutta la nostra ricerca: io posso avere un approccio umanistico anche se parlo di economia – dal social business alla valutazione dell’impatto sociale delle imprese – , oppure per la giurisprudenza, la psicologia, le Scienze della comunicazione”.

Gennaro Iasevoli, Prorettore alla ricerca e all’internazionalizzazione

LUMSA nel tempo è cresciuta: l’Ateneo è nato a Roma nel 1939, ma alla fine degli anni 90 apre anche a Taranto e a Palermo. La sua filosofia ha attraversato tutto il secolo, difatti quest’anno ad ottobre l’università compie 80 anni. Un bel traguardo. “Abbiamo in programma tante iniziative legate a questo anniversario: eventi divulgativi, convegni, incontri con diverse personalità politiche, cerimonie per  attribuire delle Lauree honoris causa e persino un’udienza dal santo padre Francesco il prossimo novembre”.

Da festeggiare ci sono anche i tanti successi nel campo della ricerca scientifica, come i numerosi progetti finanziati dall’Unione europea vinti dalla LUMSA. Recentemente, ad esempio, ne sono stati vinti due: uno rivolto all’integrazione dei migranti e un altro, sempre molto delicato, riguardante l’approccio etico nella comunicazione ai pazienti. Tra gli orgogli all’occhiello di LUMSA c’è anche il riconoscimento di Best practice, sempre da parte dell’Unione europea, per un progetto volto al reinserimento delle persone con sindrome di Down nel settore turistico-alberghiero.

LUMSA crede anche molto nelle attività divulgative e partecipa alla Notte europea dei ricercatori, coordinata da Frascati Scienza.

Un successo che ha due spiegazioni prevalenti: da una parte si è maturata un’esperienza forte – che è diventata tradizione – dall’altra si pone lo sguardo sempre verso il futuro, non a caso la LUMSA è in costante ricerca di innovazione, lo dimostra il corso di laurea che partirà in autunno sui “Big data“.

“Il titolo esteso è ‘Tecniche informatiche per la gestione dei dati’ e siamo i primi in Italia ad offrire un percorso triennale professionalizzante che formerà professionisti con competenze tecniche di alto livello in grado di operare in imprese, startup, pubbliche amministrazioni e istituzioni nazionali ed internazionali”.

Le lauree professionalizzanti sono una novità introdotta recentemente dal ministero: prevedono un numero chiuso e un forte coinvolgimento delle imprese. La sfida ambiziosa posta da questi corsi di laurea è garantire ad almeno l’80% degli studenti un inserimento lavorativo.

“Da cosa nasce l’esigenza di questo corso sui big data? Nasce  da analisi approfondite di mercato dalle quali emerge la necessità di nuove professionalità non soltanto legate all’informatica in senso stretto, bensì anche di figure che valutino gli impatti dell’intelligenza artificiale e dei big data nel mondo del lavoro: semplificando per farsi capire, ad esempio ammettiamo che il suo collega sia un robot, quali sono gli effetti positivi e negativi che la presenza di quest’ultimo determina sull’organizzazione? Come la presenza di un automa influisce sui rapporti tra persone? Generano effettivamente un vantaggio per l’organizzazione, le risorse umane e la società in senso allargato? Insomma: le domande che ruotano attorno a questo tema sono tante e non servono solo competenze tecniche ma anche conoscenze multidisciplinare”.

“Questa è la nostra prima laurea scientifica dell’Ateneo, ricca di informatica e statistica, ma, in pieno nostro stile, come si sarà ben capito, avrà anche una forte impronta umanistica”, conclude Iasevoli.

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