Il restauro del futuro? Ecosostenibile con l’ISCR

di Gabriele Vallarino

Il 2019 sarà la prima Notte europea dei ricercatori per l’ISCR (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro). Ma non poteva essere diversamente perché “il tema Citizen Science della Notte coordinata da Frascati Scienza, è il nostro Dna – spiega Serena Di Gaetano, restauratrice ISCR – da sempre il nostro obiettivo è coinvolgere più persone possibili per far conoscere scienza e ricerca applicate al restauro”.

L’ISCR svolge in Italia un ruolo di primo piano, si tratta di un organo tecnico del Ministero dei Beni culturali che si occupa di ricerca, conservazione, restauro e formazione di nuovi restauratori. E nel nostro Belpaese di lavoro da fare ce n’è tanto: da nord a sud, il patrimonio storico artistico è immenso e se i siti celebri in tutto il mondo, come Pompei o il Colosseo, sono sotto i riflettori, sono tantissimi i paesini con un patrimonio storico- artistico e paesaggistico talvolta dimenticato.

Ad ogni modo i fiori all’occhiello che vanta l’ISCR sono molti. In primis quello della ricerca applicata. “Da una parte la ricerca è rivolta a scoprire nuovi materiali per ottenere restauri sempre più efficaci, dall’altra indaga i materiali originali delle opere e la loro interazione con l’ambiente per comprendere al meglio i fenomeni di degrado“. 

In particolare: “ Vogliamo lavorare con materiali ecosostenibili, sia per le biopuliture sia per il bioconsolidamento il nostro obiettivo è utilizzare materiali che oltre ad essere compatibili con l’opera, non abbiano ricadute sull’ambiente”. 

Non solo ricerca applicata all’ISCR si fa anche ricerca storica e documentaria e a portare continua linfa alla ricerca ci sono le tesi di tanti studenti, già perché l’Istituto è anche una scuola e dalle sue aule ogni anno escono una trentina di restauratori abilitati e si tratta di una delle formazioni più prestigiose in Italia. 

Oltre alla sede di Roma, esiste anche una scuola a Matera. Matera è una scelta strategica, rappresenta il desiderio di costruire un polo di restauro nel sud d’Italia. “Matera oggi è, capitale europea della cultura 2019, ma ha attraversato un progressivo percorso di riqualificazione, è una fenice che risorge dalle ceneri“, che sta portando a testa alta la scommessa della sua rinascita: è candidata per la Notte dei ricercatori e l’Iscr nella città dei sassi offrirà percorsi itineranti immersivi sul mondo del restauro.

Nella difesa del patrimonio artistico l’ISCR è attivo su molti fronti. Se si parla di calamità naturali – terremoti, alluvioni, attentati – l’istituto si occupa frequentemente di fornire linee guida o operare direttamente con il suo personale specializzato al recupero delle opere. Se si deve conservare il patrimonio sommerso, allora gioca la sua carta – con il NIAS, Nucleo per gli Interventi di Archeologia Subacquea, unico nel suo genere  in Italia.

Mentre per quanto riguarda le opere trafugate, l’Istituto lavora costantemente a fianco del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (nucleo TPC). 
Un quadro ritrovato e recentemente restaurato? “Beh, il bellissimo Guercino di Modena, si tratta della tela “Madonna col Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo”, scomparso nel 2017 e ritrovato in Marocco, oggi è in mostra al Quirinale assieme a tante altre opere che hanno avuto lo stesso lieto fine. Nel palazzo della Repubblica si è da poco conclusa una retrospettiva che celebra i 50 anni nel nucleo TPC”, conclude Di Gaetano.

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