Con Tecnoscienza, il giro del mondo in 80 esperimenti

di Gabriele Vallarino

Le parole d’ordine per fare divulgazione scientifica sono storie e coinvolgimento. Tutte le attività di Tecnoscienza, e sono tantissime, ruotano attorno a questi due perni. Sintetizza così Lorenzo Monaco, laureato in Scienze ambientali e Presidente di Tecnoscienza.

Tecnoscienza nasce come progetto nel 2006 e da allora di strada ne è ha fatta tanta. “Il comunicare la scienza è sempre andato di pari passo con “l’inventare generi innovativi”, nel senso di “creare modi narrativi efficaci – spiega Monaco – Noi facciamo lo storytelling della scienza e la nostra missione è racchiusa nel motto Raccontare il presente, preparare al futuro“.

Far divertire, quando si comunica la scienza, è limitativo. “Il divertimento è un mezzo, può servire per un coinvolgimento efficace ma se diventa lo scopo, allora è effimero”.

Le attività di Tecnoscienza sono rivolte sia a grandi sia a piccini, ad esempio, c’è il metodo didattico-pedagogico La prima scienza, rivolto ai bambini dai 3 ai 5 anni e c’è il format delle Games-conferences, ossia delle conferenze-spettacolo, molto richieste dalle aziende.

“Per coinvolgere devi essere popolare. In Italia non è semplice avere una scienza coinvolgente, in quanto nasce dal mondo accademico, che giustamente è attento alla correttezza, ma per divulgare in maniera efficace serve trovare un linguaggio che semplifichi senza banalizzare e una chiave comunicativa basata sull’empatia.”

E quali sono i segreti per essere empatici? “Noi usiamo il fare, l’attività manuale, il pensare, l’attività della mente e infine l’emozionare, saper toccare le corde giuste; in ogni documentario, sito o progetto che realizziamo mettiamo al centro le persone che devono fare, pensare, emozionarsi“.

Vada per i laboratori o le conferenze spettacolo, ma come può un sito, una schermata digitale, essere empatica? “Ci proviamo, creando interazione. Per esempio, nel sito beewatching, un nostro progetto in corso, il sito statico si trasforma in una grande mappa interattiva in cui localizzare tra le 1000 specie di api che volano in Italia, anche per capire se non si siano estinte, e che vengono segnalate e fotografate dalle persone. Le persone sono protagoniste”.

Beewatching è un progetto di scienza partecipata in pieno stile “Be a citizen scientist”, non a caso Tecnoscienza è partner della Notte europea dei ricercatori, coordinata da Frascati Scienza.

Ma Tecnoscienza da anni scrive anche libri. Chiaramente non sono libri tradizionali. Sono “libri attivi, non li leggi e basta, ma con loro giochi, fai esperimenti: sono libri esperienziali“.

E l’ultimo che uscirà ad ottobre, edizione Giunti, si chiama Il giro del mondo in 80 esperimenti. “I protagonisti sono i trisnipoti di quelli del romanzo di Jules Verne. Fanno lo stesso viaggio, ma a differenza dei loro antenati non vanno di corsa, anzi, vanno lentamente, soffermandosi nei luoghi, per conoscerli e per fare esperimenti”. Ogni esperimento è in pendant con l’area geografica. Ad esempio, sul Big Ben a Londra, tra le strade romane nella tappa italiana, su un’isola del mar Rosso, dove cresce un albero da cui si estrae una resina particolare, detta sangue di drago, e ancora tra i monsoni in Himalaya o con lo tsunami in Giappone. 

Sono tutti esperimenti che si possono replicare a casa – in scala domestica, ovviamente, usando cassoni, scatole, bottiglie. I bambini vivono in un’infanzia sempre più digitale – piena di videogiochi – i libri devono rimandare perciò ad oggetti fisici, permettendo di imparare divertendosi, stando all’aria aperta o con le mani in pasta.

“Non è un libro di esperimenti tradizionale, ma è una storia, all’interno della quale ci sono gli esperimenti, la divulgazione passa attraverso la narrazione e la narrazione è efficace solo se il lettore si identifica nella storia”, conclude Monaco.

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