La Notte Europea dei Ricercatori non suona la solita musica!

 

“Oggi la musica è tutta uguale, sempre le stesse cose…”

Una delle più classiche frasi fatte, di quelle notoriamente usate in ascensore quando anche l’argomento meteo è fuori uso, dopo l’immortale “non ci sono più le mezze stagioni”. Tutti noi l’abbiamo sentita almeno una volta, ma non abbiamo mai pensato che dietro ad una tale affermazione si potesse nascondere così tanta verità. E così tanta scienza.

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Sapevamo che la musica contiene tanta matematica, negli schemi ritmici, nelle distribuzioni delle note e che è considerata una vera e propria scienza dall’epoca di Pitagora, ma oggi la ricerca si sta spingendo oltre, affrontando i temi della composizione e della sequenza delle note.

E’ del 2012 lo studio Measuring the Evolution of Contemporary Western Popular Music, in cui un gruppo di ricercatori dello Spanish National Research Council analizza ben 464.411 melodie incise a partire dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri per capire quali combinazioni di note vengono maggiormente utilizzate. La conclusione a cui arrivano gli studiosi iberici è che la varietà nella combinazione di note utilizzate nelle canzoni cosiddette “pop” è in continua diminuzione.

E pochi giorni fa arriva la notizia: il musicista e produttore Patrick Metzger, ha scoperto l’esistenza di un “urletto”, ribattezzato Millennial Whoop, che si ripropone sempre uguale in moltissime canzoni di successo.

Il vocalizzo è sempre identico: una sequenza di note che alterna la quinta e la terza nota di una scala maggiore, solitamente partendo dalla quinta, andando sulla terza e tornando sulla quinta. Spesso queste note vengono cantate con un “oh-oh-oh”, un “uoo-uoo”, o qualcosa di simile.

Il Millennial Whoop è così diffuso, secondo Metzberg, che non si può parlare di plagio: «la bellezza di una sequenza musicale così breve (semplicemente la ripetizione di due note, più e più volte) è che nessuno può possederne i diritti». In fondo le note musicali sono solo sette e per quanto possano essere numerose le loro combinazioni, sono pur sempre finite.

Patrick Metzger, è un musicista, compositore e, all’occorrenza, un analista di dati.

Ha provato a capire da dove arrivi il Millennial Whoop, arrivando alla conclusione che è una sequenza musicale che probabilmente conosciamo a livello istintivo, legata forse al fenomeno degli armonici naturali, come vengono definiti i diversi suoni prodotti contemporaneamente da un corpo che vibra, che non produce solo il suono fondamentale, ma anche altri più acuti e più gravi. E molte canzoncine di ogni parte del mondo, per bambini usano questi intervalli.

Perchè esiste questo motivetto?

Bhe, perchè al pari delle immagini, toccano il livello istintivo della nostra mente, e il Millennial Whoop suona subito familiare e trasmette la sensazione di avere a che fare con qualcosa di conosciuto. E quindi quali sono gli effetti del suono sul nostro cervello?

Il 30 settembre, alla Notte Europea dei Ricercatori, potremo approfondire questo e molti altri argomenti, partendo dai suoni che conosciamo meglio, le voci.

L’appuntamento è a Frascati alle Mura del Valadier con The sound of Science, dove con l’aiuto del coro Diapason, del tecnico del suono Daniele Turchetta, della neurologa Serena Piroso e di Chiara Colizzi, Massimo Corizza e Franco Mannella, alcuni tra i più bravi doppiatori in circolazione, capiremo meglio come funziona quell’incredibile strumento musicale che abbiamo tutti nelle corde vocali.

E la musica non finisce qui!

Tutta la notte si balla allo Science party: dalle 22.00 al SAPERmercato di Frascati i Self Portrait Blue porteranno in pista il Rock’n’Roll anni ’50, per scatenarsi in pista.

Per chiudere in bellezza la Notte dei Ricercatori, in attesa della #ERN 2017!

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