Rilevamenti satellitari per studiare le faglie sismiche

Grazie alla combinazione di dati da diversi satelliti, i ricercatori del CNR e dell’INGV hanno individuato le caratteristiche morfologiche della faglia che ha originato il terremoto che ha colpito il centro Italia lo scorso 24 Agosto.

Utilizzando i dati del satellite giapponese ALOS 2, il team guidato da Riccardo Lanari – ricercatore dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) – ha potuto misurare con una precisione dell’ordine del centimetro, l’entità degli spostamenti permanenti del suolo originati durante il sisma. Tali misure sono state effettuate utilizzando la tecnica dell’interferometria differenziale, che consiste nel confrontare immagini radar acquisite dai satelliti prima e dopo l’evento sismico. In particolare, è stato evidenziato un abbassamento del suolo a forma di cucchiaio che si estende per circa 20 Km in direzione Nord e ha un valore massimo di circa 20 centimetri in corrispondenza dell’area di Accumoli.

Mappa della deformazione ottenuta elaborando, con la tecnica dell’Interferometria Differenziale, le immagini radar del satellite ALOS 2 acquisite il 09/09/2015 (pre-evento) ed il 24/8/2016 (post-evento); la zona in rosso evidenzia l’area affetta dall’abbassamento (allontanamento dal radar) dovuto agli eventi sismici, che raggiunge circa 20 centimetri in corrispondenza di Accumoli.

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Lo stesso tipo di analisi è stato effettuato anche utilizzando le immagini radar dei satelliti ESA Sentinel-1A e Sentinel-1B del programma Europeo COPERNICUS. Grazie a queste ulteriori analisi è stata analizzata anche la componente nella direzione est-ovest dello spostamento del terreno, quantificata in 16 centimetri.

La mappa dei movimenti del suolo mostrata nella figura precedente è stata poi utilizzata per sviluppare dei modelli fisico-matematici della faglia che ha originato il terremoto. Le faglie possono essere immaginate come dei piani di frattura lungo i quali avviene lo scorrimento dei due blocchi di crosta terrestre: quando il movimento è molto rapido si genera un terremoto. Dalle analisi è risultato che: “la faglia sorgente del terremoto di Amatrice si colloca a pochi chilometri di profondità nella zona compresa tra Amatrice e Norcia, passando sotto Accumoli. Si tratta di un piano di frattura lungo circa 25 km che si immerge verso sud-ovest (verso Rieti) con una inclinazione di 50°. Tale piano corrisponde a una faglia in parte già nota da studi geologici di superficie”, precisa Stefano Salvi dell’INGV. Nella figura successiva possiamo vedere la rappresentazione grafica del modello matematico della faglia ricostruito grazie ai dati satellitari.

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Localizzazione preliminare del piano di faglia che ha generato il terremoto di Amatrice. Il rettangolo rappresenta la proiezione in superficie del piano di frattura, i colori indicano la quantità di scorrimento avvenuto durante la frattura (valori in metri). Sono mostrati anche i due eventi maggiori della sequenza al 25/8 (pentagoni rossi) e tutte le repliche fino al 25/8 (cerchi bianchi).

Lo stesso Salvi conclude : “La conoscenza di dettaglio della posizione e delle caratteristiche delle sorgenti sismiche è un elemento fondamentale per la gestione dell’emergenza ed è importante anche per la redazione di mappe di pericolosità sismica sempre più affidabili”. 

articolo redatto da Riccardo Biondi

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