In attesa di #WIRE16… Helperbit, dopo #WIRE15 com’è andata?

Manca poco all’appuntamento di #WIRE16, l’evento organizzato da Frascati Scienza per l’incontro tra le idee progettuali nate nei laboratori di ricerca italiani e potenziali investitori.

Abbiamo fatto due chiacchiere con Guido Baroncini Turicchia, CEO del progetto Helperbit che l’anno scorso si è presentato alla prima edizione della manifestazione, proponendo un sistema all’avanguardia per raccogliere e gestire le donazioni in seguito di calamità naturali.

helperbit

Helperbit utilizza il sistema della blockchain, il sistema di registrazione e tracciabilità dei dati nato assieme ai bitcoin (la valuta elettronica); ha il grandissimo vantaggio di non poter essere manomessa e di essere completamente trasparente in tutti i passaggi che vengono effettuati.

Il progetto Helperbit, quindi, vuole risolvere il problema della scarsa trasparenza della gestione del denaro delle donazioni in caso di catastrofi e trova possibili applicazioni in tutti i campi interessati dalla charity.

Siete stati nella rosa dei primi ventuno progetti a presentarsi a #Wire, questo percorso vi è servito?

L’evento di #WIRE15 dell’anno scorso è stata la nostra prima uscita pubblica, quindi come training di certo è stato utile, però avrei sperato di incontrare qualche investitore. L’idea di mettere a disposizione dei premio per i migliori progetti, quest’anno rende di certo più stimolante la partecipazione e a chi propone le idee e da un minimo di benzina per portare avanti le proprie iniziative.

Il vostro progetto non si è fermato, anzi sta andando avanti con successo. Ci puoi raccontare cosa avete fatto?

Abbiamo partecipato a una quindicina di diverse call for idea sia italiane che estere. A dicembre dell’anno passato siamo stati selezionati dal programma di accelerazione “blockchain.space”, abbiamo sostenuto un intenso colloquio via skype e siamo stati tra le 5 startup scelte per partecipare ad un programma intensivo di accelerazione a Barcellona. Siamo stati scelti tra 80 progetti, una bella soddisfazione ma anche la conferma che il nostro progetto ha del potenziale!

Siete appena rientrati in Italia dopo il periodo di accelerazione a Barcellona, quali sono i prossimi passi? Di cosa avreste bisogno?

Il mese scorso abbiamo fondato a Roma Helperbit s.r.l. che è subito stata riconosciuta come startup innovativa. Al momento abbiamo definito un budget necessario per i prossimi 12 mesi, dobbiamo assumere altre tre persone e stiamo cercando i finanziamenti per coprire tutto prima di andare live con la piattaforma.

C’è moltissimo interesse ma gli imprenditori italiani non sono abituati a rischiare come quelli stranieri quindi sappiamo che dovremo penare un pò di più per incontrare chi capisce il potenziale dirompente della nostra idea sia dal punto di vista economico che sociale. Mi piacerebbe dimostrare a tutti quelli che ci hanno detto di rimanere all’estero che invece è possibile creare innovazione anche facendo base in Italia, abbiamo la tenacia per riuscire a dimostrarlo.

Mentre l’unità tecnica continua la parte di sviluppo del prodotto noi continuiamo a girare per l’Europa cercando i partner giusti per chiudere questo primo round.

Solo nella scorsa settimana ci hanno invitato a presentare il nostro progetto a Berlino, Roma, Torino, Ferrara e Istanbul.

E alla fine cosa avete scelto?

Il 23 e 24 maggio siamo stati a Istanbul, per l’Innovation Marketplace del World Humanitarian Summit organizzato dalle Nazioni Unite. È un evento dove vengono presentati i progetti innovativi che possono rendere più efficace l’azione umanitaria. Ci fa ben sperare che le Nazioni Unite identifichino nella Blockchain un campo di ricerca interessante e che vedano una concreta applicazione in Helperbit.

 

Ci auguriamo di vedere presto le prime applicazioni di questo utilissimo progetto e siamo curiosi di vedere le idee che verranno presentate per questa nuova edizione di WIRE!

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