Quanto vale la Natura?

Servizi ecosistemici. E’ la definizione precisa dei sistemi matematico-finanziari che cercano di valutare il valore dell’ambiente inteso come risorse naturali ad ampio raggio: dal filo d’erba ai grandi bacini lacustri; dai fondali oceanici all’ultima nuvola nel cielo.

Tutta la Natura che ci circonda ha un valore intrinseco e spesso nascosto, che l’essere umano non riesce a quantificare perchè non “monetabilizzabile”. E’ il problema implicito nell’utilizzo delle risorse naturali, il loro limite quantitativo e di resilienza.

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Non è un argomento facile. Tutti utilizziamo acqua, gas, energia elettrica e tutti sappiamo più o meno da dove provengono, ma quanto costano realmente al sistema naturale al quale appartengono? Se dovessimo pagare la bottiglia di acqua da mezzo litro che compriamo al bar, per il valore reale di questo prezioso liquido che rappresenta la vita, quanto spenderemmo? Dovremmo calcolare quanto tempo ha impiegato il bacino di provenienza dell’acqua per riempirsi, ad esempio. E nei periodi di siccità? L’acqua dovrebbe costare di più!

Una ricerca svolta da Eli Fenichel dell’Università di Yale, ha sviluppato un’equazione matematica che può stimare il valore monetario di alcune risorse naturali, come appunto l’acqua, in questo caso sotterranea, prima che venga estratta e immessa nei sistemi idrici di una regione, uno Stato, una città.

“Per calcolare il valore di un bene naturale” – spiega Joshua Abbott, co-autore della ricerca e professore di economia e sostenibilità all’Arizona State University – “il team ha utilizzato gli stessi principi sviluppati per stimare i beni tradizionali, poi ha considerato alcuni fattori di cambiamento degli ecosistemi e il comportamento dell’uomo, che porta a un apprezzamento o deprezzamento di una risorsa naturale. Il risultato” – continua Abbott – “è una cifra che può essere comparata a un bene immobile, industriale o a un’infrastruttura”.

L’idea per questa ricerca è arrivata in seguito alla drastica riduzione di un bacino sotterraneo del Kansas, sfruttato senza controllo per anni dagli agricoltori della zona. Applicando l’equazione inventata dai ricercatori di Yale e Arizona State University, si è stimato che il Kansas abbia “buttato via” circa 110 milioni di dollari all’anno nel periodo ’96-2005, a causa dello sfruttamento intensivo delle falde acquifere, accumulando una perdita in denaro pari al disavanzo pubblico dell’intero Stato per l’anno 2005. Uno studio che fa rabbrividire anche gli economisti più “ciechi” e tradizionalisti!

Già, perchè se applicata a tutte le risorse naturali che l’uomo utilizza e sfrutta quotidianamente, questa equazione potrebbe cambiare davvero la visione dell’economia globale, spostandola da un’economia di sfruttamento e lobby, a un’economia di sostenibilità e rispetto delle risorse che la Natura ci lascia utilizzare anche indiscriminatamente. Inoltre, conoscere il valore monetario di un bene prezioso come l’acqua, l’aria, il gas fin dalla sua origine, quindi prima dell’estrazione da parte dell’uomo e dell’innesco delle dinamiche di fornitura, potrebbe sicuramente sensibilizzare i cittadini del mondo intero nei confronti dell’utilizzo o spreco di tale risorsa. Sarebbe un nuovo modo per affrontare l’educazione ambientale e alla sostenibilità.

Considerato che nel mondo le falde acquifere supportano il 40% della produzione mondiale di cibo e il risultato dello studio può essere esteso non solo a tutte le falde acquifere del mondo, ma anche ad altre risorse naturali, con le giuste scelte politico-amministrative e una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli attori in gioco, potrebbero essere sviluppate misure locali, regionali e nazionali o mondiali finalizzate alla tutela e salvaguardia delle risorse. Perchè è importante capire che tali risorse aumenteranno velocemente di prezzo, nel momento in cui non verrà più dato loro la possibilità del ciclico rinnovamento naturale.

Spieghiamo meglio: tutte le risorse così dette rinnovabili contano sul ciclo di vita della Natura. Più tempo viene lasciato a una risorsa per ricostituirsi, più la risorsa potrà essere utilizzata in modo razionale e sostenibile. Il problema legato ad approvvigionamento di acqua e “aria” si fa più serio in quanto non solo sono risorse vitali e sfruttate già ai massimi livelli, ma vengono continuamente inquinate dalle attività antropiche, che ne limitano così anche la qualità, oltre che la quantità.

E’ doveroso documentarsi su questo aspetto sempre più “rovente” della sostenibilità e vedere che anche materie scientifiche più lontane dalla concretezza della quotidianità possono aiutare l’uomo in questa missione così difficile, fa comprendere quanto lo studio e la ricerca in tutti gli ambiti scientifici continui a essere uno strumento fondamentale per rispettare il mondo in cui viviamo e preservarlo per le generazioni future.

Riferimenti: Proceedings of the National Academy of Sciences doi: 10.1073/pnas.1513779113

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