Fiori nello spazio

 

Nella stazione spaziale internazionale (ISS) gli esperimenti si susseguono ogni giorno e non mancano quelli che a prima vista possono sembrare più strani. Gli astronauti in questi mesi si sono dedicati anche al giardinaggio, coltivando piante da fiore nello specifico delle zinnie. Dopo la coltivazione, avvenuta con successo quest’estate, di piante di lattuga rossa, il programma spaziale ha voluto spingersi un passo oltre, tentando con piante difficili e sensibili come le zinnie, per poi arrivare nel 2017 a quella di altri frutti e ortaggi.

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Il VEG-01 è un esperimento senza precedenti, dal duplice obbiettivo: da un lato studiare il comportamento delle piante in condizioni di microgravità, dall’altro mettere a punto tecniche di coltivazione spaziale di frutta e verdura da produrre e consumare direttamente sulle astronavi, durante lunghi viaggi spaziali.

Il progetto, a cui prende parte attiva l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) che coordina il progetto nazionale Ibis (Italian Bio-Regenerative Systems), permette di studiare i sistemi bio-rigenerativi delle piante e capire se è possibile e con quali condizioni coltivare alimenti nello spazio, un passaggio fondamentale nella preparazione di lunghi viaggi spaziali dove siano previsti astronauti e non solo sonde e macchinari.

Se questo programma darà risposte positive sulla coltivazione anche di frutta e verdura, il sogno di mettere piede su Marte potrebbe essere più reale.

Lo scorso novembre l’astronauta della Nasa Kjell Lindgren ha curato la semina delle zinnie all’interno della serra cosmica, il “Veggie plant growth facility”, un’apposita struttura che fornisce acqua, sostanze nutrienti e luce.

La coltivazione delle piante è poi passata in mano a Scott Kelly della Nasa, lo stesso astronauta americano che con il fratello gemello rimasto sulla terra, permetterà uno studio più dettagliato degli effetti sul corpo umano di una lunga permanenza nello spazio  e Tim Peake dell’Esa.

Kelly ha postato con orgoglio il frutto di tanto duro lavoro pubblicando su twitter la foto della zinnia sbocciata. La coltivazione non è stata semplice, molto più complessa rispetto alla lattuga: a dicembre 2015 le piantine stavano morendo e la Nasa ha accordato all’astronauta di non seguire il protocollo e di operare in autonomia, ‘improvvisando’ e trovando la soluzione al problema dell’irrigazione. In questi giorni i fiori sono sbocciati e i presupposti perché l’esperimento possa essere portato avanti con successo anche nella coltivazione di piante più complesse, ci sono.

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