I NUMERI DELLA NOTTE 2010
di Irene Paximadas
(Responsabile Impact Assessment e Studio/Coordinamento Comunicazione)
Il totale dei questionari pervenuti è di 722 unità (358 Ex-ante evento e 364 Ex-post evento) di un campione non probabilistico di intervistati. La fotografia del pubblico intervistato ex-post manifestazione fornisce informazioni piuttosto interessanti rispetto agli obiettivi prestabiliti nel progetto “Notte Europea dei Ricercatori 2010”.
Come da target-obiettivo prefissato (Extensive target 15-55 e Focus target 15-39 anni), l’evento ha coinvolto le fasce di età più basse, pur mantenendo in considerazione il target più ampio. Infatti il target finale (Ex-post) si concentra nelle fasce 10-19, con una percentuale che corrisponde a poco meno di un terzo del campione (31,9%) e, quasi equiparato nelle fasce 20-29 (18,4%) e 40-49 (19% circa). A seguire si trova la fascia 30-39 con il 10,7% del collettivo intervistato.
È evidente che la scelta corretta del piano di comunicazione, rivolto non solo alla popolazione in generale ma soprattutto ai giovani, abbia portato dei buoni risultati. Quanto appena definito può essere considerato in virtù della fotografia ex-ante in cui la classe 10-19 (quindi relativa anche a licei e scuole superiori) non era così consistente.
Dunque, a fronte di un pubblico raggiunto prima della manifestazione attraverso newsletter e sito, si è potuto constatare che la popolazione partecipante ed interessata sia effettivamente incentrata sulle classi più giovani (obiettivo del target), evidentemente grazie alla corretta scelta dei mezzi di comunicazione (soprattutto internet e pubblicità esterna) ed alla tipologia di eventi studiati e attività di interesse anche per i più giovani (es. Cooperative Learning).
La fascia 40-49 resta sempre abbastanza corposa, probabilmente perché, a parte coloro che hanno un interesse particolare per la scienza e la ricerca, questa classe rappresenta in parte anche genitori che accompagnano i figli alla manifestazione.
Il confronto fra le piramidi ex-ante ed ex-post definisce chiaramente quanto segue:
- Il Focus target è stato colpito grazie alle scelte di comunicazione e di organizzazione delle attività studiate.
- In generale, si nota un’importante presenza anche del target femminile, distribuita nelle fasce più giovani e centrali. Tutto ciò mostra una tendente sensibilizzazione alle discipline scientifiche anche da parte delle donne.
Nel confronto completo fra la Notte 2009 e la Notte 2010 – grazie alla struttura delle linee di tendenza/regressione polinomiale – si evince un chiaro passaggio da un rigonfiamento nelle fasce di età più matura, soprattutto donne (mamme che accompagnavano bambini) e che procedeva con una forte riduzione nelle fasce più giovani nel 2009, ad un’esplosione nella Notte 2010 della classe 10-19, soprattutto fra i maschi ma con interessante presenza anche femminile. Un’importante partecipazione viene mantenuta anche nella fascia 20-29.
Un discreto ridimensionamento si registra nella fascia 30-39, che rimane comunque tendenzialmente costante dal 2009 al 2010.
Nei risultati ex-post manifestazione, si registra una percentuale predominante del pubblico proveniente da Roma (32,1%) che, in considerazione delle condizioni ambientali affrontate durante la Settimana della Scienza, rivela un certo successo, visti i disagi dovuti alla pioggia ed alla distanza.
A seguire, la popolazione proveniente da Frascati (26%) e paesi limitrofi (soprattutto Grottaferrata e Monte Porzio Catone).
Fra gli studenti, alla manifestazione hanno partecipato medie superiori e università ad un livello percentuale quasi equiparato, con un’interessante presenza anche dei giovani anche delle medie inferiori.
Quanto appena descritto indica un interesse in aumento per giovani e giovanissimi nei confronti dell’iniziativa.
È importante notare che nella classe 20-29 anni la maggior parte dei ragazzi provenga soprattutto da Roma.
È assodata la considerazione assolutamente positiva nei confronti dell’importanza della ricerca per lo sviluppo sia in Italia che in Europa.
In merito alla figura del ricercatore, dal confronto fra le visioni ex-ante ed ex post, si può notare che il pubblico ex-post, quindi presente sicuramente alla manifestazione, tende a modificare leggermente la propria visione, considerando la figura del ricercatore ancora più giovane. Evidentemente anche gli esperimenti in piazza e le attività per adolescenti hanno contribuito alla costruzione di una visione ancor più giovanile del ricercatore, in quanto il collettivo intervistato ex-post manifestazione – essendo formato soprattutto da giovani – è stato quello più presente direttamente alla maggior parte delle attività organizzate.
Si evince, dunque, che il corretto studio e l’adeguata organizzazione di un evento del genere influiscano sicuramente sull’immaginario collettivo delle figure/professioni e delle dinamiche legate ai temi trattati (scienza e ricerca).
Permane la visione di incertezza rispetto alla ricchezza o povertà del ricercatore, ma la sua figura viene considerata senza dubbio utile.
Messi a confronto, il pubblico ex-ante ha una visione quasi completamente dinamica del ricercatore mentre, nell’ex-post, pur restando un’idea di dinamismo, aumenta la percentuale degli incerti.
Probabilmente, parte del pubblico più giovane, che ha caratterizzato appunto la popolazione campione dell’ex-post, non è riuscito ad identificare bene la predisposizione in tal senso del ricercatore in quanto, il fatto di vedere il ricercatore attivo in piazza, con gli esperimenti, etc. predispone la sua figura al dinamismo ma, l’idea generalmente conferita al ricercatore – probabilmente anche attraverso le visite agli Istituti Scientifici -, in qualche modo può far nascere delle perplessità. È importante sottolineare, comunque, che le due accezioni non vogliono distinguere la realtà in “positiva/negativa”, ma comunicano semplicemente una visione più convenzionale, o meno, della figura del ricercatore.
Benché vi sia un’idea piuttosto variegata dell’inserimento o esclusione del ricercatore dalla società, nell’ex-post aumenta la percentuale di coloro che sono incerti. Probabilmente perché la confusione dettata dagli ultimi risvolti socio-politici legati alla ricerca nel nostro Paese non trasmette sicurezza in tal senso.
In generale l’Istituto di Ricerca viene considerato utile, importante, interessante ed organizzato.
Permane senza dubbio una concezione positiva – ed un dichiarato interesse – dell’Istituto di Ricerca.
Il pubblico intervistato ha una visione prevalentemente negativa delle condizioni della ricerca in Italia.
Infatti, come appena evidenziato, vi è una propensione ad un maggior pessimismo nei confronti dell’Italia ed una visione più ottimista per l’Europa.
Quanto rilevato è l’evidente frutto dell’idea interiorizzata dagli italiani di un Paese – il nostro – che vive continui conflitti rivolti al finanziamento per la ricerca. Tale condizione non permette un pensiero “sereno” nei confronti della situazione attuale.
Ma, quanto appena definito, non impedisce una forte solidarietà che si evince dai commenti aggiunti, in cui si sprona a continuare a “lottare per la causa”.
L’essere venuti a contatto con alcune diverse realtà della ricerca, durante la manifestazione, ha trasmesso senza dubbio la speranza che qualcosa di positivo in questo ambito possa essere ancora finanziato e considerato con la giusta importanza.
Tenendo conto della composizione interna dei sessi, si può constatare che la scelta sui campi per i quali viene ritenuta importante la ricerca: medica, fisica e tecnologica, caratterizzi di più gli uomini. Mentre le donne sono più portate a considerare importanti tutti i campi, con una predisposizione a quello umanistico.
Proporzionalmente alla numerosità dei vari campi di ricerca, quelli: medico, economico e umanistico sono stati maggiormente considerati dagli studenti delle superiori e, immediatamente a seguire, dagli universitari.
Nei campi: fisico, astronomico e tecnologico sono gli universitari a riportare una percentuale più alta di scelta rispetto agli studenti delle superiori, anche se per quello tecnologico la differenza è irrisoria.
In tutti i modi, l’aspetto astronomico mantiene sempre un certo fascino nei confronti di tutti i giovani, mentre quello tecnologico interessa maggiormente gli studenti delle superiori e dell’università.
I risultati relativi alle aspettative mostrano un paio di informazioni piuttosto interessanti.
Solo l’11% della popolazione intervistata si aspettava di capire cosa fosse la ricerca prima dell’evento mentre, dopo la manifestazione, i risultati sono stati molto positivi. La percentuale di coloro che hanno affermato di aver capito cosa fosse la ricerca è praticamente triplicata (29%).
Anche la numerosità di coloro che desideravano comprendere meglio le attività dei ricercatori è aumentata dal 23,7% al 25,7%.
A livello generale le aspettative si possono ritenere più che soddisfatte.
La prima modalità “Capire cos’è la ricerca” è stata riscontrata un po’ da tutte le fasce dei giovani, in maniera più incisiva dagli studenti delle medie superiori e universitari.
La presenza degli universitari è soprattutto da considerare in riferimento a “Conoscere le attività degli Istituti” e “”Capire le attività dei ricercatori”. Questa tendenza si ipotizza ragionevolmente dovuta al fatto che gli universitari si stiano preparando al mondo professionale, quindi anche a quello della ricerca, e perciò particolarmente interessati a percepire tali informazioni.
Nei risultati sui mezzi di comunicazione utilizzati per venire a conoscenza della “Settimana della Scienza e Notte Europea dei Ricercatori 2010” sono state riscontrate informazioni notevoli.
Le scelte effettuate per il piano mezzi si sono confermate corrette, sia per la comunicazione che si intendeva veicolare che per il target che si desiderava raggiungere.
Internet (siti, quotidiani online e social network) è stato il primo mezzo utilizzato con il 21,5%, gli altri due mezzi con percentuali più elevate sono stati il passaparola (18,8%) grazie anche ad azioni di guerrilla marketing e pubblicità esterna/affissioni (14%), il mezzo tradizionale sul quale si è puntato maggiormente per la tipologia di campagna pubblicitaria realizzata.
Il confronto, rispetto ai risultati della Notte 2009, risulta ancora più vincente per la Notte 2010.
Gli obiettivi prefissati sono stati praticamente tutti raggiunti.
Interessanti e piuttosto soddisfacenti anche i risultati sugli altri mezzi che hanno avuto riscontro assolutamente più incisivo rispetto al 2009.
Ad esempio: “stampa e riviste” raggiungono il 13% nella Notte 2010, contro il 3,9% del 2009 (risultato triplicato). La “Tv” dallo 0,5% passa al 6,16%.
Si tratta di risultati molto buoni perché significa che il pubblico del 2010 è un pubblico nuovo, partecipante, attivamente interessato all’evento ed agli argomenti affrontati. Un pubblico presente, non solo per incoraggiamento da edizioni passate o perché coinvolto da un Istituto.
Tenendo sempre conto della composizione interna delle diverse fasce d’età, Internet ha colpito quasi in egual misura le fasce 10-19 e 20-29 anni e, immediatamente a seguire, la classe 40-49. Anche la percentuale della classe 30-39 non è da sottovalutare in base alla propria numerosità.
Il Passaparola è stato un mezzo sfruttato soprattutto dai giovani di 10-19 anni e dalla classe 20-29.
Pubblicità esterna ed affissioni sono state importanti anche per raggiungere il target 30-39 anni, il quale, benché si collochi, in percentuale di rappresentanza, dopo le fasce d’età 10-19 e 40-49, rispetto alla sua numerosità totale, è una delle classi maggiormente raggiunte da tali mezzi.
Tutto il pubblico è d’accordo sul ritenere sicuramente utile una manifestazione del genere per promuovere la figura del ricercatore in Italia.
Anche nel caso dell’Europa, le risposte sono assolutamente positive.
A tutto il pubblico piacerebbe partecipare di nuovo ad un evento di questo tipo e ritiene che l’evento possa favorire la scelta dei giovani ad intraprendere una carriera scientifica in Italia.
L’organizzazione della manifestazione è stata considerata ottima e buona.
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