Report Almalaurea: dottorati Università di Parma trovano più lavoro

Ben 93,1%. Un dato che dice tutto. AlmaLaurea nel suo VI report rivela che il tasso di occupazione dei dottori di ricerca dell’Università di Parma – a un anno dal conseguimento del titolo – è più alto della media nazionale: 93,1% contro 88,1%.

A PROPOSITO DI DIVULGAZIONE

Grande soddisfazione nell’ateneo emiliano. L’Università di Parma crede molto nella ricerca e anche nella sua divulgazione, non a caso è partner della Notte Europea dei ricercatori e delle ricercatrici, coordinata da Frascati Scienza. Nella grande Settimana della Scienza offrirà a grandi e piccini l’occasione di trasformarsi in ricercatori con tantissimi giochi, laboratori ed esperimenti.

E se parliamo di fresche novità, l’Università di Parma ha fatto un’importante scoperta: una nuova specie di formica in Italia  e ha ricevuto finanziamenti e premi per le sue ricerche su Big Data e intelligenza artificiale.

I DOTTORI DI RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA

L’11,5% di essi ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato) e il 7,7% ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree double/multiple degree).

Dottorato di ricerca dell'università di Parma: 834 domande - Università -  Blog - Parma - Repubblica.it


CHI È CHE FA IL DOTTORATO?

I dati ci dicono che chi sceglie la strada del dottorato in maggioranza ha avuto una buona performance nel percorso di laurea. Infatti, emerge che il 66,1% dei dottori di ricerca, laureatisi in Italia, ha conseguito la laurea di secondo livello ottenendo il massimo dei voti (110 e lode).

Inoltre, il 65,4% dei dottori già al momento della laurea aveva intenzione di proseguire con un dottorato. L’età media al dottorato di ricerca è pari a 31,5 anni e il 61,8% dei dottori ottiene il titolo di dottorato al massimo a 30 anni di età.

LE MOTIVAZIONI DEL DOTTORATO

Le motivazioni principali sono: il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (78,5%), la possibilità di svolgimento di attività di ricerca e studio in ambito accademico (40,0%) e il miglioramento delle prospettive lavorative (38,5%).

Dottorati di Ricerca: pubblicato il bando | Dipartimento di Discipline  Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali | Dipartimento di Discipline  Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali

STUDIO ALL’ESTERO

Chi fa un dottorato svolge tantissime attività. Il 75,4% dichiara di aver partecipato, abitualmente per almeno un anno, ad attività formative strutturate all’interno del proprio corso di dottorato. Mentre il 60,8% dei dottori di ricerca ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero e per il 34,2% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,4 su una scala 1-10.

UN LAVORO PIÙ CHE FULL TIME

Il 25,4% dei dottori dichiara di dedicare alla ricerca oltre 40 ore a settimana (il 7,7% dedica alla ricerca più di 50 ore alla settimana) e il 79,2% dei dottori è stato coinvolto in gruppi di ricerca.
Infine l’88,5% dei dottori ha realizzato almeno una pubblicazione e, tra questi, l’88,7% l’ha realizzata in inglese.

CHE LAVORO FA OGGI?

Il 38,3% degli occupati prosegue l’attività intrapresa prima del conseguimento del dottorato, mentre il 12,8% ha dichiarato di avere cambiato lavoro dopo il conseguimento del titolo; il 48,9% degli occupati si è inserito nel mercato del lavoro solo al termine del dottorato di ricerca.

Tra gli occupati a un anno dal conseguimento del dottorato, il 3,7%, svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.), mentre il 35,2% è assunto con un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato. Il 22,2% svolge un’attività sostenuta da assegno di ricerca, il 13,0% può contare su una borsa post-doc, di studio o di ricerca mentre il 20,4% dichiara di essere stato assunto con un contratto non standard (per la quasi totalità si tratta di contratti alle dipendenze a tempo determinato). Il 5,6% è impegnato con contratti formativi, lavori parasubordinati, altri tipi di lavoro autonomo o senza regolare contratto.

La retribuzione mensile netta dei dottori di ricerca è, in media, pari a 1.797 euro. Il lavoro part-time coinvolge l’1,9% degli occupati.

LAVORO NEL NORD ITALIA

Ma dove vanno a lavorare? Il 53,8% dei dottori di ricerca è occupato nel settore pubblico, il 44,2% in quello privato, mentre non ci sono dati di occupazione nel settore non profit. Il settore dei servizi assorbe il 73,1% dei dottori di ricerca, mentre l’industria accoglie il 25,0% degli occupati; nessuno ha trovato impiego nel settore dell’agricoltura. Il 90,4% degli occupati dichiara di lavorare al Nord, nessuno al Centro, mentre l’1,9% al Sud. Infine, il 7,7% lavora all’estero.

Dottorati di Ricerca: iscrizioni fino alle 13 del 4 settembre | Università  degli Studi di Parma
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