Roma, GEA: “Da 30 anni scaviamo il passato”
Di Gabriele Vallarino
Se accanto a dei cantieri stradali, vedete una persona che tiene sott’occhio la ruspa e che osserva attentamente ciò che dal suolo emerge, beh, tranquilli, siete di fronte a un archeologo.
“La sorveglianza archeologica è una delle nostre attività principali”, spiega Patrizia Rossetti – presidente della Cooperativa Gea – ovvero sorvegliamo i lavori urbani per documentare eventuali rinvenimenti e, nel caso ci fosse qualche reperto, passiamo alla fase di scavo”.
Gea nasce nel 1989 e svolge le sue attività nella regione Lazio, in particolare a Roma. Si tratta di un gruppo di liberi professionisti che lavora in collaborazione con la Soprintendenza e che quest’anno festeggia i 30 anni. “Un traguardo importante, che mostra quanta passione mettiamo nel nostro lavoro”.
Tante sono le soddisfazioni, ma non mancano le fatiche. Una su tutte, la mancanza di un albo professionale, ma nessuno si dà per vinto e c’è “la Confederazione Italiana Archeologi che da anni fa battaglia per il riconoscimento e la tutela del ruolo dell’archeologo”.
Il giudizio di Gea sulla tutela del nostro patrimonio archeologico è abbastanza positivo. “Per quanto concerne la salvaguardia i nostri siti archeologici sono tutelati”, tuttavia un voto negativo va al fatto che con un patrimonio così sconfinato, si potrebbe fare di più per cogliere il grande motore occupazionale che esso rappresenta.
La quasi totalità del tempo Gea la dedica all’indagine e alla ricerca archeologica. D’altronde a Roma – neanche a dirlo – non si finisce mai di scoprire. In tanti anni Gea è stata protagonista di centinaia di ritrovamenti: necropoli, tracciati viari, acquedotti, ville romane, strutture murarie. L’elenco è lungo, ma non sempre ciò che desta stupore tra gli operatori di Gea ha un’eco nel grande pubblico. Perché “l’importanza per noi archeologi è relativa, mi spiego, anche se ritroviamo un oggetto di poco pregio, ma quel manufatto contribuisce alla comprensione di ciò che stiamo indagando, per noi è un momento di grande soddisfazione”.
“Ciò che conta nel nostro lavoro, in ogni caso, non è il ritrovamento isolato, ma l’insieme dei dati raccolti durante lo scavo che ci permette l’interpretazione di un determinato contesto archeologico. Questa è la finalità della nostra professione: ricostruire il passato.
“Se non fossimo fagocitati dalle attività di scavo, dedicheremmo molto più tempo alle attività turistico-didattiche, infatti crediamo molto nell’importanza della divulgazione”. Ad ogni modo, le escursioni per Roma e dintorni non mancano: “Proponiamo un ricco calendario con appuntamenti mensili, presentando percorsi culturali dalla Preistoria all’epoca moderna; in un anno abbiamo registrato più di 1000 partecipanti”.
Ovviamente grande spazio è dedicato anche ai ragazzi e ai bambini: sono più di 300 gli alunni, provenienti da ben 30 scuole, dalle elementari alle superiori, che partecipano ogni anno ai laboratori Gea.
“Il cuore delle nostre attività didattiche viene svolto presso l’area ludico-didattica di SottoSopra, nata dalla collaborazione tra la Soprintendenza ed Explora. Facente parte del Museo Diffuso del Rione Testaccio, lo spazio è accolto nel Nuovo Mercato tra il soprannominato ‘Monte dei Cocci’ e l’antico porto fluviale di Roma. Con i suoi allestimenti espositivi accompagna grandi e piccini alla scoperta del commercio romano e della storia del Rione Testaccio, attraverso i reperti e gli edifici rinvenuti sotto il nuovo mercato e in aree limitrofe. Qui organizziamo laboratori multisensoriali per vivere l’esperienza del lavoro dell’ archeologo, proponendo laboratori tematici dalla preistoria all’epoca romana”.
Gea anche quest’anno è partner della Notte europea dei Ricercatori, coordinata da Frascati Scienza e sul tema “Citizen Science” anche lei ha molto da dire. “Anche nel campo dell’archeologia ogni cittadino può fare la sua parte, come? Impegnandosi a diffondere una cultura di rispetto per il patrimonio archeologico, che rappresenta un tesoro di tutti, sembra una cosa scontata, eppure è di estrema importanza e ce n’è tanto bisogno”, conclude Rossetti.