Museo diffuso e Geogarden: Roma Tre all’aria aperta con gli studenti
di Gabriele Vallarino
Partner storico della Notte Europea dei ricercatori, coordinata da Frascati Scienza, è l’Università degli studi Roma Tre. Sono ben quattro i dipartimenti che partecipano e tutti sono concordi nel ritenere la Notte la loro più grande finestra annuale con il pubblico per la divulgazione scientifica.
Dodici edizioni a fianco di Frascati Scienza; lo spirito be a citizen Science a Roma Tre è condiviso in pieno, fa parte della vita dipartimentale universitaria. Lo racconta bene Sveva Corrado, geologa, professore associato dell’Università Roma Tre, con l’esempio dell’incredibile progetto del Museo Diffuso per Roma, dove attraverso quattro discipline – la geologia, l’astronomia, la matematica in architettura e la botanica – la città di Roma e i suoi dintorni si raccontano ai ragazzi delle scuole.
Nessuna lezione in classe ma osservazione attiva ed esperienza diretta tra le strade e le colline della città eterna.
Per imparare l’astrofisica ci sono percorsi didattici che approfondiscono i segreti della luce e delle onde elettromagnetiche, così come le posizioni del Sole durante l’anno o i dettagli della Luna e degli altri pianeti. Per la geologia c’è la visita al Colosseo, all’arco di Costantino, alla Rupe Tarpea del Campidoglio, al Foro di Traiano, ma anche alla basilica di S. Paolo e ai monti Lucretili.
La matematica si impara attraverso le composizioni geometriche di tantissime bellezze storiche: dai marmorari romanialle chiese medioevali; dai pavimenti imperiali e le decorazioni del quartiere Prati ai numerosi ponti storici lungo le sponde del Tevere.
E la botanica? Anch’essa si può imparare in città, ma non dal verde urbano bensì dalle decorazioni dei monumenti. Così all’Ara Pacis si scopre il codice botanico di Augusto: le piante non hanno solo un effetto decorativo, ma hanno un preciso intento simbolico-allegorico, collegato al manifesto politico del costituendo impero. Mentre la biodiversità non si impara solo dalle foreste, ma anche dai festoni, progettati da Raffaello e dipinti da Giovanni da Udine, nella loggia di Amore e Psiche della Villa Farnesina: documento senza eguali della straordinaria varietà botanica che convergeva a Roma da tutto il mondo.
“E dopo il lavoro all’aria aperta, con visite guidate e schede esplicative fornite da noi, i ragazzi si cimentano in creativi elaborati che mostrano quanto appreso attraverso video, presentazioni, animazioni”.
Ma c’è un altro progetto che sta molto a cuore a Sveva Corrado ed è il GeoGarden di Roma: il primo Giardino Geologico del Lazio. “Si tratta di un ambiente in cui sono esposti differenti litotipi caratteristici del territorio romano e dei suoi dintorni e che ha lo scopo di illustrare fenomeni e processi riguardanti la geologia del territorio in cui viviamo. È nato nel 2018 e in meno di due anni è già stato visitato da 700 persone. È bello vedere lo stupore della gente quando gli si dice che un tempo a Roma c’era il mare, e poi c’erano gli elefanti”.
Dai bambini delle elementari agli adulti, l’itinerario di visita è adatto al vasto pubblico per restituire a tutti il passato di milioni di anni fa che si trova sotto i loro piedi.
Il progetto Geogarden di Roma Tre nasce nell’ambito di un progetto di Alternanza Scuola-Lavoro, tra docenti e studenti di Geologia dell’Università Roma Tre e quattro licei dell’area romana (primo tra tutti il Liceo E. Montale). Il materiale lapideo è stato fornito da aziende attive nel territorio romano: la Cava di Alpignano, il Consorzio per la valorizzazione del Travertino Romano (Guidonia), la Cava Magliana, la Cava Porta Medaglia e infine la Cava Riofreddo.
“In generale da tutte queste esperienze apprendo che non è mai unidirezionale l’insegnamento, infatti, anche i giovani hanno tanto da insegnare a noi docenti, come università abbiamo spiegato loro i concetti, ma se penso alle loro idee dello shop online, dei gadget, del logo: i ragazzi hanno messo tante loro abilità a servizio di questo progetto, sono stati per me come delle luci che hanno dato valore ai nostri contenuti, così da arrivare ad un più vasto pubblico possibile”, conclude Sveva Corrado.