La tecnologia italiana si conferma spaziale!
ASI sempre in prima linea nei progetti legati alle esplorazioni spaziali previste su Marte.
Due ottime notizie arrivano dallo spazio: le eccellenze tecnologiche italiane si confermano le migliori al Mondo!
Dopo la notizia della scelta di un “drone” italiano per l’indagine dello spazio, questa settimana anche la conferma che la stampante 3D inviata nello spazio sulla Stazione Spaziale Internazionale e testata il 2 febbraio funziona e potrebbe diventare una soluzione ottimale alla produzione in situ di pezzi di ricambio per le missioni spaziali.
Ma andiamo con ordine.
Nel 2018 è prevista la prima missione della NASA con il nuovo veicolo Space Launch System. La missione, denominata EM-1 (Exploration Mission – 1) darà il via ai viaggi umani verso la Luna e Marte. Prima di inviare nello spazio degli astronauti in carne e ossa, però, la NASA ha deciso di effettuare un primo lancio che trasporti 13 satelliti CubeSat. Tra questi, l’Europa sarà rappresentata nella EM-1 da ArgoMoon, il nanosatellite italiano progettato per l’esplorazione dello spazio profondo (oltre l’orbita lunare). ArgoMoon è grande come una scatola da scarpe: lungo 30 centimetri, largo 20 e alto 10 ed è realizzato dall’azienda ArgoTech su progetto coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana. Il nanosatellite contiene tecnologia all’avanguardia: una macchina fotografica ad alta risoluzione, due pannelli solari, un piccolo sistema di propulsione e un sistema di comunicazione che dovrà essere testato dall’orbita lunare.
Sempre in collaborazione con ASI è avvenuto il test spaziale della Portable on Board Printer 3D, la stampante 3D realizzata in Italia e sperimentata per la prima volta sulla Stazione Spaziale Internazionale. La prima stampante 3D “orbitante” è stata realizzata dall’azienda Altran Italia in collaborazione con la Thales Alenia Space e l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit).
L’esperimento è iniziato alle ore 13 del 2 febbraio e durante un’ora circa di lavorazione l’astronauta Scott Kelly ha stampato un piccolo oggetto realizzato in PLA (Poly Lactic Acid), una plastica biocompatibile e biodegradabile. L’oggetto fabbricato sarà inviato sulla Terra per essere comparato con un altro della medesima forma, ma stampato a terra. Questo risultato può essere la chiave di volta per la soluzione di problemi tecnico-strutturali e meccanici verificabili sui veicoli spaziali. Se l’oggetto prodotto da Kelly in orbita si rivelerà costruito in modo corretto, si potrà continuare la sperimentazione per la produzione spaziale di pezzi di ricambio in caso di emergenza o avarie.