Hyperloop: al via la rivoluzione del trasporto per pendolari
Hanno dai 23 ai 26 anni e potrebbero diventare i nuovi protagonisti del trasporto veloce ed ecologico. I loro nomi sono: Emanuele Raffaele, Luca Cesaretti, Lorenzo Andrea Parrotta, Tommaso Sartor, Giorgio Valsecchi, Sandro Okutuga e Giulio De Simone e sono studenti della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’università di Pisa.
Con grande coraggio e determinazione, sostenuti dal docente Marco Beghini dell’università di Pisa e dalle loro menti brillanti e creative, oltre che formate da due degli atenei migliori al Mondo in campo ingegneristico, hanno raccolto la sfida lanciata da Elon Musk, per la progettazione di un treno iper-veloce.
Nello specifico, questi 7 studenti italiani hanno progettato un sistema di sospensioni meccaniche ad alto tasso di innovazione, che permettere a questo rivoluzionario mezzo di trasporto di “scivolare” letteralmente sui binari a una velocità incredibile di 1.000 chilometri orari.
Si chiamerà Hyperloop e molto probabilmente verrà testato in scala 1:2 già dall’estate 2016 negli Stati uniti. L’ultra-velocità di questo mezzo permetterà di collegare due città come Roma e Milano in un massimo di 35 minuti: la rivoluzione del trasporto per pendolari nazionali e anche per le emissioni di CO2 dovute al traffico su gomma e su ali.
L’idea di questo gruppo di studenti molto ambiziosi nasce dalla ricerca di un progetto di tesi. “spulciando” in rete si sono imbattuti nell’annuncio del contest promosso dallo stesso Musk e legato al Design Weekend in programma ad Austin, in Texas, dal 29 al 30 gennaio. ”Il nostro gruppo è stato selezionato fra i 1.200 che hanno presentato le loro idee da tutto il mondo: siamo molto soddisfatti” spiega Emanuele Raffaele al giornalista dell’ANSA che per primo li ha intervistati. “Abbiamo lavorato sulle sospensioni – ha aggiunto – pensando a garantire il comfort dei passeggeri riducendo le forti vibrazioni causate dall’alta velocità. Ed è stata un’ottima idea!“. Le sospensioni italiane potrebbero essere inserite proprio nella realizzazione del prototipo destinato ai test di questa imminente estate 2016, integrando i ragazzi nello staff incaricato della sperimentazione.
Non resta che augurare “in bocca al lupo” di cuore a questi ragazzi e rimanere con gli occhi puntati su questo promettente gruppo di studenti, che è già diventato un modello di successo e gratificazione professionale per molti ragazzi italiani che, come loro, hanno grandi potenzialità.
La ricerca serve soprattutto a questo: realizzare il futuro e dare voce ai giovani.