Ginevra – Milano: al CERN andata e ritorno con Fabiola Gianotti
La scienza continua a incontrare il grande pubblico: la scorsa settimana a Milano, in occasione della chiusura dell’esposizione Edison Open 4Expo al Teatro Dal Verme, la ricercatrice Fabiola Gianotti ha conversato di scienza con il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana.
La platea piena di studenti ha ascoltato direttamente dalla voce della prima dirigente donna del Cern di Ginevra, cosa significa fare ricerca e quale grande patrimonio sia rappresentato da strutture e laboratori, ma soprattutto dai cervelli che li abitano. Nel racconto di Fabiola non sono mancati aneddoti e curiosità sul più prestigioso centro di ricerca di fisica delle particelle del vecchio continente, fino ad arrivare all’ultima prestigiosa scoperta di cui anche la Gianotti ha fatto parte: quella del bosone di Higgs.
Il convegno, dal titolo Scienza e Tecnologia, una prospettiva europea e internazionale, è stato organizzato dalla Fondazione Edison in contemporanea con l’esposizione universale, con l’obiettivo di portare l’attenzione sulle eccellenze italiane dell’università e della ricerca.
“Come in cucina, nella ricerca ci vogliono regole ma anche creatività” spiega Gianotti mentre paragona il lavoro del fisico a quello dello chef. “Esistono combinazioni e accostamenti di ingredienti, ma spesso a fare la differenza è un pizzico di inventiva”.
Creatività, curiosità e umiltà, quindi, sono le tre doti fondamentali dei ricercatori, per avere la capacità e la forza di confrontarsi con predecessori e colleghi e inventare soluzioni sempre nuove e originali.
“L’Italia ha dato e continua a dare al Cern contributi eccellenti in termini di cervelli, tecnologia, idee, così come in termini industriali” sottolinea Gianotti “guidati dal contributo dell’INFN”. Il livello dei ricercatori e degli studenti italiani è elevato, “elevatissimo, tra i migliori al mondo” quello che ancora manca è un adeguato sostegno economico-finanziario alla ricerca. Essere al di sotto della media europea come investimenti crea il problema del precariato tra i giovani e spinge molti brillanti ricercatori ad andare all’estero o li costringe a non partecipare a progetti di alto livello.
“Studiare fisica è esaltante, permette ai ricercatori di contribuire al progresso della conoscenza” conclude così l’intervista al termine della chiacchierata intorno alla scienza, la professoressa Gianotti. In un momento dove le facoltà scientifiche cedono il passo a quelle umanistiche, la prossima direttrice del Cern di Ginevra invita tutte le ragazze a tenere in considerazione anche la via della fisica, antica e profonda disciplina che “porta vicinissimi alla conoscenza fondamentale”.
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