Missione Rosetta: intervista a Giovanni Mazzitelli

cometa-papera-esa-258Rosetta è la missione sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea e lanciata nel 2004. Il suo obiettivo è lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione è formata da due elementi: la sonda vera e propria e il lander Philae.  Abbiamo intervistato Giovanni Mazzitelli – Presidente Associazione Frascati Scienza e primo ricercatore INFN – Istituto Nazionale Fisica Nucleare

Siamo figli delle stelle? Rosetta al lavoro per comprendere le origini del Sistema Solare.

Rosetta è il mattone fondamentale del programma ESA, l’Ente Spaziale Europeo, Horizon 2000. Lanciata il 2 marzo 2004 ha lo scopo è di effettuare indagini sulle caratteristiche della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenkodopo, comprendere l’origine delle comete e delle relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare e studiarne gli elementi fondamentali per capire le origini del Sistema Solare. La sonda Rosetta orbita attorno alla cometa, seguendola nel suo viaggio di avvicinamento e poi di allontanamento dal Sole, mentre il lander Philae, atterrato sulla cometa, permetterà di effettuare le misure

Qual è il ruolo dell’Italia nella missione Rosetta?

Il contributo italiano alla missione è molto importate. Sono made in Italy tre strumenti scientifici che orbitano attorno alla cometa su Rosetta e che stanno analizzando la superficie da lontano orbitando attorno alla cometa, mentre a bordo del lander Philae è italiano il sistema di raccolta e distribuzione dei campioni, realizzato da Galileo Avionica ed il sottosistema dei pannelli solari. L’Italia ha anche fornito il personale che si è occupato della progettazione lander Philea e ha contribuito al sistema di celle solari ad alta efficienza in grado di garantire la potenza elettrica necessaria anche a distanze dal Sole superiori a 2 volte la distanze terra sole (circa 300 milioni di km).

Quali i risvolti scientifici ed etici del successo di questa missione?

I successi saranno evidenti a lungo termine. Al momento, però la posizione di Philae è parzialmente in ombra, l’illuminazione solare è quindi insufficiente per ricaricare le batterie del lander che sta dormendo in attesa di avere l’energia sufficiente per continuare le misure, mentre Rosetta continua a trasmettere preziose immagini della superficie della cometa. Nell’agosto del 2015, quando la cometa sarà più vicina al Sole, l’illuminazione ricevuta dai pannelli solari sarà sufficiente a ricaricare le batterie e permettere la riaccensione di Philae. L’obiettivo è di studiare attraverso la cometa gli elementi primordiali del sistema solare e rispondere ad alcune domande cruciali, ad esempio, l’acqua presente sul nostro pianeta proviene dalle comete o si è formata sulla terra? Le molecole organiche che hanno dato origine alla vita sulla terra sono state trasportate dalle comete?

La sonda è stata lanciata nel 2004, ed è emozionante pensare che la tecnologia di quel tempo sia riuscita a raggiungere l’obiettivo di atterrare su una cometa dopo un inseguimento di 10 anni e con la quale ci vuole più di un’ora solo per chiederle se sta bene. Un progetto innovativo e di alto livello tecnologico, il lander Philae deve resistere a temperature bassissime, circa 170 gradi sotto lo zero e al suo interno contiene un ‘laboratorio’ per la analisi di dati. Di certo la spedizione porterà a scoperte che ancora non possiamo immaginare.

Cosa risponde ai detrattori che vedono la missione come uno spreco di risorse?

Non c’è prezzo per la conoscenza e parlare di spreco è un errore, l’uomo ha sempre voluto scoprire e ideare dalle sue scoperte cose nuove, che gli hanno permesso di evolversi imparando a usare la natura e le sue leggi per il proprio progresso. E’ sicuramente necessario sviluppare tecnologie e innovazione, ma se ci dimentichiamo della ricerca, della scoperta, non avremo più tecnologia e progresso. E’ vero la ricerca può sembrare un lusso, non ne abbiamo bisogno per sopravvivere, almeno a breve tempo, ma per crescere non si può non investire nella ricerca scientifica I dibattiti sui costi della ricerca denotano ignoranza culturale che deriva da scarsa attenzione posta in questi anni in scuola e formazione, oltre che negli scarsi investimenti in particolare delle imprese italiane in ricerca per nuove tecnologie. Oggi siamo il paese con il numero più basso di ricercatori sotto i 30 anni, fra gli ultimi in Europa per numero di ricercatori pro-capite e abbiamo una emorragia continua di giovani non compensata da un equivalente capacità di attrarre giovani menti dall’estero. Eppure questo è il paese di Galileo e di tanti premi Nobel che hanno reso il Belpaese famoso in tutto il mondo oltre al cibo e l’arte per le sue scoperte. Perché ci vogliamo rassegnare a perdere questa inestimabile ricchezza? Forza Philea!!! E viva la ricerca…

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